Anno 2015: La trappola di Ogame Senza Frontiere



  • "Affido questo messaggio allo spazio, non con la speranza di ottenere soccorso, ma per contribuire, forse, a scongiurare lo spaventoso flagello che minaccia tutti i giocatori che giocano a dei giochi."



    La notizia si era sparsa in tutte le galassie, tutti ne parlavano. Migliaia di meca-bottiglie erano state spedite in ogni direzione fino agli angoli più remoti dello spazio.

    Così, razzi di ogni genere solcavano, in sacro silenzio, i mari notturni e gelidi dello spazio alla volta del pianeta Staffort, dove si sarebbe tenuto il più grande torneo di giochi.



    Chiunque fosse che picchiava alla porta, non sembrava disposto a smettere tanto presto.

    La signora Ci Effe andò ad aprire.

    <<Che c'è?>>

    <<Salve! Sono il capitano Farelov, sono sbarcato su Staffort meno di un'ora fa! Questo è il quarto pianeta dal sole epsilon, giusto?>>

    <<Elementare>> sbuffò lei, squadrandolo.

    <<Io vengo dal pianeta cetriolo! Per quasi 6 miliardi di anni luce ho volato>>

    <<Bene! Buongiorno!>>

    E sbattè la porta in faccia al Capitano. Ma un istante dopo, ecco di nuovo quel terribile picchiare. Riaprì la porta, furiosa.

    <<Insomma, che c'è ancora?>>

    L'uomo era sempre ritto sulla soglia e, cercando di sorridere, con una espressione di sbalordimento sul volto, mise davanti le palme:

    <<Non mi sembra che lei abbia capito...>>.

    <<Che cosa?>> Domandò la donna con uno scoppio di voce.

    L'uomo la fissò più sbalordito che mai.

    <<Io sono qui per il grande torneo!>>

    <<Non ho tempo>> rispose lei. <<Ho un sacco di ticket a cui rispondere>> E sbattè di nuovo la porta.

    Il capitano indugiò davanti alla porta come se stesse aspettando qualcosa, dopodichè proseguì su un sentiero che costeggiava il canale azzurro, verso la costruzione successiva.



    Il signor blue pan venne ad aprire personalmente. Stava per andare a far lezione sulla meccanica dei park, ma aveva un minuto di tempo: se voleva entrare e dirgli in fretta che cosa desiderava...

    <<Vorrei un po' d'attenzione>> disse il capitano, stanco, gli occhi arrossati.

    <<Sono venuto da molto lontano per partecipare al torneo, a bordo di un razzo, sono sfinito, affamato, gradirei un posticino dove dormire. Mi sarebbe piaciuto ricevere una accoglienza diversa, qualcuno insomma che mi stringesse la mano e mi desse il benvenuto. Ecco cosa vorrei.>>

    Il signor Blue si chinò sulla scrivania ed esaminò gravemente alcune carte, lanciando ogni tanto uno sguardo penetrante al visitatore.

    <<Il guaio è che non ho i moduli qui con me, a quanto pare>> mormorò, mettendosi a frugare nei cassetti della scrivania.

    <<Ma dove diamine sono andati a finire, i moduli?>> Parlava con un tono di grande perplessità.

    <<Eppure devono essere qui... devono essere qui... Oh, eccoli finalmente!>>

    Porse i moduli al capitano con un gesto vivace. <<Lei dovrà firmare queste carte, naturalmente>>

    <<Tutta questa trafila burocratica è proprio necessaria?>>

    Il signor Blue gli lanciò uno sguardo. <<Lei dichiara di essere venuto qui per il torneo, no? E allora non le resta che firmare.>>

    Il capitano Farelov scrisse il proprio nome.

    <<E quando cominceranno i giochi?>>

    Il signor Blue guardò il capitano e sbottò in un urlo di derisione: <<Oh, i giochi!>>

    Gli si riempivano gli occhi di lacrime, dal gran ridere. Si battè la mano sul ginocchio e si piegò in due per meglio lasciar erompere il riso dalla bocca spalancata. Si aggrappò dalla scrivania per restare in piedi.

    <<Ehi, che c'è da ridere?>> disse il capitano con la fronte aggrottata.

    <<I giochi! I giochi!>> sospirò il signor Blue, spossato dal ridere.

    Esaminò il modulo riempito, scosso ancora da qualche risatina. <<Tutto sembra in ordine.>> Annuì. <<Anche il consenso alle sperimentazioni..>>

    <<Consenso a che?>>

    <<Non faccia tante domande. Ho una cosa da darle. Ecco. Prenda questa chiave. Vada in fondo a quel corridoio, apra la porta grande, entri e richiuda bene la porta a chiave. Potrà passare la notte là. Domani mattina parleremo dei giochi...>>

    Dubbioso il capitano prese la chiave e s'incamminò trascinando i piedi per il corridoio, nella luce opaca e silenziosa del pomeriggio. Arrivò davanti ad una grande porta in ferro battuto, che la chiave aprì. Entrò, chiuse la porta e si guardò intorno.

    Si trovava in una sala molto ampia. Uomini e donne sedevano a diversi tavoli con lo sguardo chino sul pavimento o, in piedi, conversavano in gruppi. Al rumore della porta, guardarono tutti in direzione del capitano.

    Uno di essi si avvicinò, con sguardo fiero. <<Salve, io sono Crocodile, il più forte giocatore dei giocatori che giocano a dei giochi>>

    <<Piacere di conoscerla, sono il capitano Farelov prode cavaliere del cetriolo. Ho fatto un lunghissimo viaggio...> Disse con voce stanca.

    <<Purtroppo non troverai il riposo sperato in questa sala. Io sono qui da due giorni e molte persone vi erano già prima del mio arrivo>>.

    In capitano si guardò intorno e ad un tratto si accorse che non vi erano finestre. E c'era una sola porta. Il capitano ebbe un leggero sussulto.

    <<Hai capito dove ci troviamo?>>

    <<Si. Non ad una festa, non a un banchetto di festeggiamenti e onoranze. Non c'è nessun party a sorpresa in corso>>

    Ci fu un attimo di silenzio.

    <<Ora capisco.>> Riprese il capitano. <<Ora capisco l'indifferenza e le risate. Siamo imprigionati!>>


    Era notte. Nella grande sala c'era in sottofondo un mormorio continuo. Il capitano si diresse alla porta e tentò di aprirla.

    <<È tutto inutile. Siamo chiusi in trappola.>> gli disse in lontananza Crocodile, seduto a terra con oggetti vari mentre si cimentava in chissà quale gioco per passare il tempo.

    Il capitano, sconsolato, andò a sedersi vicino a Crocodile.

    <<Guarda là. Lo vedi quell'uomo laggiù?>> disse Crocodile indicando un signore rannicchiato in un angolo.

    <<Quello è Cussler, uno dei primi giocatori, si dice che sia rinchiuso qua dentro da anni... Forse il primo ad esser fatto prigioniero..>>

    Improvvisamente Crocodile tirò fuori un grosso e lungo cilindro di vetro dalla sua borsa. <<Vuoi giocare?>>

    Farelov annuì e i due giocarono insieme tutta la notte.



    Il mattino seguente, un forte rumore svegliò bruscamente il capitano. Con le palpebre ancora parzialmente chiuse, si accorse che la grande porta di ferro era aperta. Balzò in piedi e corse con tutte le sue forze verso l'uscio. la porta si richiuse immediatamente. Era fuori.

    Piegato sulle ginocchia e affamato d'aria, si riempiva i polmoni con respiro avido, quand'ecco che sentì una mano posarsi sulle sue chiappe ondulanti. Il capitano ebbe un sussulto.

    <<Salve, io sono prpx. Direttore di questo stabilimento. La accompagno nel mi studio.>>

    E con la mano ancora appoggiata sulle sue chiappe, lo guidò fino al suo studio e lo fece accomodare. Finalmente faccia a faccia, il capitano si trovò davanti una visione quasi celestiale: Il signor prpx aveva dei lunghi capelli argentei ed una soffice barba, i suoi occhi erano di colori diversi, il sinistro marrone come l’autunno, il destro grigio come il vento dell’Atlantico. Entrambi sembravano vivi, con domande che non si potevano esprimere, come se non esistessero ancora le parole con cui inquadrarle.

    <<Io...>> Il capitano cercò di intavolare una discussione, ma rimase a bocca aperta e con occhi sognanti.

    <<Tu sei diverso da tutti gli altri>> Disse infine il signor prpx. <<Ti ho osservato sin dal tuo arrivo e io... io...>>

    I due si fissarono intensamente, senza conferir parola, non vi era necessità, le loro anime erano fuse.

    Improvvisamente prpx abbassò lo sguardo e portò le mani al petto come se un dolore lacerante lo avesse colpito.

    <<Avrai ormai capito che il torneo era solo una trappola per catturare giocatori...>> disse il direttore con gli occhi fissi sul pavimento. <<E questo non è l'unico stabilimento presente su Staffort. Da anni il grande Lord Comandante di Staffort da la caccia a tutti i giocatori per sopprimere ogni diletto e portare l'ordine supremo in tutto l'universo...>>

    Ci fu un lungo momento di silenzio, poi riprese a parlare.

    <<Ma io non posso vederti rinchiuso qui ad appassire lentamente... Tu non hai idea di quali esperimenti attendono la tua carne e il tuo spirito..>> Si portò le mani al volto. Il capitano gli si avvicinò e poso una mano sul suo ginocchio mentre l'altra accarezzava i suoi lunghi capelli argentei. I due si guardarono nuovamente con grande intensità, poi si strinsero in un lungo abbraccio. Erano entrambi commossi. Mentre si tenevano strettamente abbracciati, una lacrima scorse rigando il viso di prpx.

    <<Scappiamo insieme>> disse Farelov con voce tremante.

    <<Mi piacerebbe tanto. Davvero. Ma non posso.>> rispose prpx con gli occhi gonfi di lacrime. <<Il mio posto è qui. Su questo pianeta. Ma tu partirai stanotte, a bordo del tuo razzo e sarà una grande gioia per me saperti in salvo>>



    È fatta. Il capitano navigava nuovamente nello spazio, a bordo del suo razzo, filando come una cometa in direzione del suo sistema solare, con una velocità che aumentava ad ogni secondo.

    Non di rado il suo pensiero andava a prpx, Il sentimento che era nato tra loro due non aveva nome su Staffort nè in nessun'altro angolo dell'universo.

    Dopo aver strappato una pagina dal suo diario, la ripose, arrotolata, in una delle meca-bottiglie che aveva rubato dallo stabilimento prima di fuggire. Affidandola, infine, alla gelida oscurità dello spazio.



    <<Fine>>



    Questo è il gdr che mi ha fatto vincere il gdr contest di ogame senza frontiere nel lontano 2015, se la memoria non mi inganna.

    Dato che è stato cancellato dal forum, ho pensato di riproporlo qui, sperando di aver fatto cosa gradita.

    Dedicato ai personaggi del mio racconto: Cussler  CFX  Krokko  prpx  Bluplanet e a tutti quelli che hanno sempre speso il loro tempo a leggere i miei gdr


    :*

  • Ciao, lettura gradevole, se non ti pesa , la fantasia non ti manca , potresti almeno ipotizzare il seguito? Anche se hai scritto fine al racconto

  • Ciao, va bene uguale, thanks.

    Edited once, last by Captain Aurora ().

  • Che cosa mi hai ricordato...che tempi!


    Bentornato, e mi raccomando, fanne altri che sono una piacevole lettura. Soprattutto considerando il periodo.

  • Meno male che hai specificato di averlo già postato. Stavo impazzendo, pensando di avere il più grande dejavu della mia vita. :baby:

    Bello rileggerlo, bello ricordare i tempi in cui sacrificavamo ancora il nostro tempo per dare qualcosa a questa community!


    Un carissimo saluto a tutti. <3